In “Come True” invece del palco, abbiamo creato un seconda platea, in cui invitiamo a sedere gli stessi spettatori. Al pubblico viene detto: “Ora vedrai uno spettacolo, in cui gli attori reciteranno gli spettatori”. Di conseguenza, tutto ciò che gli spettatori fanno da quel momento in avanti si trasforma in un gesto teatrale. In questo scenario simmetrico, gli spettatori che diventano alternativamente attori o spettatori possono osservare la tensione tra l’essere sul palco e l’essere nel pubblico. Quindi cosa sarà ancora reale e cosa è già linguaggio scenico? Cosa sarà spontaneo e cosa frutto di un calcolo? Alla fine, dove inizia lo spettacolo e dove finisce? Questa domanda apre il campo della riflessione su un’altra domanda: stiamo ancora vivendo il vero? Il contenuto principale dello spettacolo è basato sulle osservazioni del filosofo francese Guy Debord. È più probabile che le persone contemporanee osservino un evento anziché esperirlo. Lo spettacolo non è un’ombra della realtà, ma piuttosto, la realtà sembra essere l’ombra dello spettacolo.